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STUDIO

Arch. Antonio G. Martiniello

Partner
Arch. Maurizio Martiniello
Studio Director
Arch. Mario Nasti

TEAM

Arch. Mariagrazia Russo

Ing. Luigi Fedele – strutturista

Ing. Pasquale Masullo – strutturista

Arch. Stefano Cesario
Architect ARB/RIBA/Associate Partner at Foster+Partners

Arch. Benoit Burquel
AgwA architecture, Bruxelles

Arch. Andrea Campenni
Allies and Morrison architects and urban planning practice, London

Arch. Angela Amalfitano

Arch. Mario Martorano – impiantista

Arch. Marialuisa D’Ischia – architetto del paesaggio

Sonia Cocozza – editorial designer

Ada Masella – fotografa

Natalie Kreg – fotografa

Andrea Anastasio – designer

Alessandro Leone – BabelAdv Studio – design e comunicazione

 

Ogni progetto dello studio KellerArchittettura offre la possibilità di rintracciare diverse letture dello spazio, instaurando un dialogo costante con la materia e la luce.

La struttura architettonica tende a una rarefazione e a una semplificazione compositiva, che non si traducono in un mero minimalismo, ma in una visione dell’architettura come luogo vivo, plasmato dalle esperienze del quotidiano. È proprio questa dimensione del “giocare con lo spazio” a caratterizzare il lavoro dello studio, orientato verso la leggerezza della materia attraverso una sapiente scelta dei materiali.

In quest’ottica, il progetto vuole stimolare una lieve introspezione tramite gli spazi, offrendo sempre nuovi spunti per sguardi improvvisi ed inaspettati.

Lo Spazio Keller

L’apertura dello spazio keller costituisce il luogo fisico in cui si condensano anni di ricerca architettonica; non a caso la scelta del luogo si è fermata sulla città di Napoli, scenario di grande fermento culturale, ancora parzialmente immune alla standardizzazione del gusto.

Lo studio si trova in un importante edifico settecentesco, rimasto disabitato per circa ottant’anni; fu reinterpretato nell’800 con concetti di grande modernità, dai noi conservati, e valorizzati con interventi puntuali, volti a creare uno spazio identitario.

La prima volta che sono entrato qui, l’edificio del ‘700 presentava delle sale devastate da ottant’anni di abbandono. Ma la spazialità e la luce mi sono bastate. Rientravo a Napoli dopo aver studiato a Graz, in Austria. Li fondai il mio primo studio, nel seminterrato di un edificio: “keller” significa, appunto, cantina.